Lo spirito del Natale

Stanotte ho dormito a casa di Olly.

Sono ancora nel mio letto a una piazza e mezza in ferro battuto e penso al Natale.

Qui da lei gli alberi di Natale hanno sempre lasciato un po’ a desiderare. Nel senso che si sono sempre usate le stesse palline dagli anni 80 ai 2000 senza mai rinnovare alcun tipo di decorazione.

Ma a pensarci, col senno di poi, era bello così.

Ci ostinavamo a comprare alberi veri che dopo qualche giorno perdevano gli aghi a quintali. Bastava sfiorarli che scendeva una pioggia verde sul pavimento tanto che avevamo sempre la scopa a portata di mano.

Poi ogni tanto le palline si rompevano e si cercava di recuperarle attaccando i pezzi con la colla superadesiva e appendendole ai rami con i fili di ferro dei sacchetti cuki.

Fino a quando è arrivato il Topy. Il mio primo gatto. Un esemplare unico di 11 kili. Tigrato chiaro con calzini bianchi, polpastrelli e naso rosa.

Una tigre pronta ad appendersi alle tende e ad infilarsi con furia sotto ai copridivani.

Figuriamoci con in casa un albero di Natale. Dopo averlo capottato qualche volta si è deciso di non farlo più.

Ne abbiamo allora comprato uno mignon con palline incorporate, alto un palmo di mano e posizionato sopra alla TV.

E fine degli alberi di Natale finché abitavo con Olly.

Ma l’anno scorso Mu ed io, ma più io che Mu, abbiamo fatto l’acquisto del secolo: 2 metri e 10 di albero con una miriade di luci led bianche e altrettanti giochi di luci.

Un orgoglio.

E Tiffany manco lo degnava di uno sguardo, fortunatamente. Si è strusciata solo qualche volta, bella, grassa e con la coda dritta all’insù.

Ma quest’anno è arrivato Arturo e con lui il suo primo Natale.

Me lo immagino già a seguirci passo a passo nei preparativi. Esaltato come solo lui si esalta. E a pensare che tutte le palline siano suoi giochi.

Non ho ben presente l’approccio dei bassotti nani con l’albero di Natale, ma spero solo che non sia lo stesso che Arturo ha con quelli fuori.

Soprattutto da quando ha imparato ad alzare con decisione la zampa destra.

😉

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